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La Polizia Postale incontra le classi terze della secondaria di primo grado del nostro Istituto.

Interessante incontro delle classi terze della Secondaria di Primo Grado con la Polizia Postale di Genova.

Utente LETIZIA ARENA

da Letizia Arena

Docente

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Con ogni probabilità, il primo esempio di bullo nella scuola italiana è rappresentato dal famoso e famigerato Franti, personaggio del celeberrimo romanzo per ragazzi Cuore, scritto nel 1886 dal nostro altrettanto famoso concittadino Edmondo De Amicis ed ambientato in una scuola torinese, anno scolastico 1881-1882. Franti, ragazzo vigliacco e violento, tiranneggia i compagni più piccoli e deboli, e per le sue bravate sarà addirittura espulso da scuola.

Finzione letteraria, certo, ma si tratta senza dubbio di eventi verosimili; quello che più fa riflettere è la presenza del bullismo a scuola già 140 anni fa, quando la scuola italiana era giovane… Dunque, potremmo dire che il bullismo è sempre esistito; e purtroppo esiste tuttora.

Ma, come altra forma di interazione sociale (giusta o sbagliata che sia), si è evoluto: il semplice bullo, che pure sopravvive e persevera nel suo comportamento deviato, è oggi affiancato e talvolta soppiantato dal cyberbullo, che si avvale anche di mezzi tecnologici e telematici per mettere in atto le sue malefatte.

E proprio il cyberbullismo ed il revenge porn sono stati gli argomenti affrontati e dibattuti durante l’incontro avvenuto nella palestra della sede dell’IC “Nazario Sauro” nella mattinata del 7 dicembre scorso, incontro tenuto dalla Polizia Postale di Genova alla presenza delle classi terze della scuola secondaria di primo grado. Il fenomeno del revenge porn (traducibile in “pornovendetta”: consiste nella condivisione sui social di immagini o video intimi, ovviamente senza il consenso della vittima), in particolare, è attualmente molto diffuso, e purtroppo l’età dei ragazzi e delle ragazze coinvolti (siano vittime o colpevoli) è sempre più tenera.

Con un approccio diretto ed efficace, il funzionario della Polizia Postale ha portato esempi (ovviamente anonimi) di “vita vissuta”, cioè di casi affrontati di studenti e studentesse che hanno subito atti di revenge porn, con esiti spesso drammatici (si parte da un sensibile calo nel rendimento scolastico, per arrivare alla depressione e – nei casi più gravi – addirittura al suicidio…). Il fenomeno è così diffuso e preoccupante che l’Italia (e non sono molti i Paesi ad averlo fatto) ha emanato una legge specifica contro il revenge porn, entrata in vigore il 9 agosto 2019 con il titolo di “Codice Rosso”. E questo dovrebbe far ulteriormente riflettere…

Considerata l’età dei ragazzi coinvolti, spesso minori, va sottolineato che la responsabilità ricade sui genitori, ai quali l’agente della Polizia Postale ha rivolto l’invito a controllare maggiormente i cellulari ed i pc dei loro figli e delle loro figlie; a questo proposito, non è da escludere un coinvolgimento più attivo dei genitori, magari con incontri mirati su questo delicato argomento.

La tecnologia, così come ogni altro mezzo valido a far progredire la società, purtroppo non sempre viene utilizzata nei modi più corretti… sta a chi ha il compito di educare (genitori ed insegnanti) farlo capire ai più giovani.

E.M.